di Lorenzo Parolin[L1/13]
Avete mai osservato degli animali in un recinto? La loro situazione di libertà sembrerebbe migliore rispetto a quella di due buoi aggiogati in catene ad un aratro; però, i buoi dissodano intere campagne, mentre gli altri, oziando e scornandosi a vicenda, danno origine solo ad una piccola palude maleodorante sotto i piedi. La schiavitù è forse migliore della libertà? No di certo, ma una libertà oziosa genera solo “pantano”, mentre, la scelta fatta da uomini liberi, di diventare volontariamente “schiavi” di un progetto superiore, dà risultati importanti. Tutti sappiamo bene come fare i nostri interessi, sappiamo ottenerli anche con la furbizia o sfruttando l’ignoranza e la debolezza degli altri, ma in questo modo non si riuscirà mai a promuovere il progresso e il buon funzionamento di una cittadina o di una nazione. Per far ciò occorre una inversione della mentalità corrente: gli interessi della società devono venire prima di quelli del singolo e il singolo avrà un aumento di utile solo se l’intera società, con il contributo di tutti, sarà cresciuta. Lo si può capire meglio da un esempio. Supponiamo di abitare in una terra bassa soggetta ad inondazioni. I più lesti e i più forti faranno subito dei riporti di terreno scavando dai vicini più deboli o dalle zone comunali. Il loro ragionamento è semplice: quando sono a posto io, basta, gli altri si arrangino. Alla prima acqua alta, però, inizierà un processo di erosione, ad opera sia dell'acqua che dei vicini arrabbiati, che riporterà il maltolto dov'era in origine. Si è lavorato tanto per un risultato zero. La vera soluzione si ha solo quando tutti vanno a prendere la ghiaia in una zona montagnosa e, prima alzano il livello medio delle strade e delle piazze, poi, ciascuno alza il proprio terreno. Senza il momento di lavoro per la comunità il risultato non sarebbe soddisfacente, perché, al più, guardando al suo, uno può mettersi all’asciutto, ma rimane isolato da tutti gli altri. In Italia, finora è prevalso l’atteggiamento egoistico: tutti hanno pensato a sé stessi, prendendo la ricchezza dalla buca del debito pubblico. Essa è diventata così grande e profonda che sta per inghiottire tutto ciò che la circonda. Ora che molti se ne stanno accorgendo, se i “furbi” non molleranno l’osso da soli, il popolo se lo riprenderà con la forza e allora saranno guai per tutti. Chi arricchisce o vive senza sudore e ingegno, alle spalle degli altri, merita tanto disprezzo. [rif. www.lorenzoparolin.it L1/13]